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Pubblicata il 21/12/2005
TUZLA

Forse è stato la luce del tramonto
a colmare il grido delle foglie
a spandere chiazze tutto intorno
a far gioire i bambini in quella piazza,
luogo adatto ai loro giochi.
Si trovavano lì quel giorno
a fare i bambini
saper guardare con occhi innocenti,
e poi una luce, violenta oscurare il sole,
gialla, rossa, e poi nera.
Addormentato ero li per pochi secondi,
con il mio pensiero
con la mia anima
con la stanchezza del mio corpo
quella incosciente ore.
Ero li a Tuzla, in Bosnia Erzegovina
Tornavo da quell’assurdo e disumano gesto.

Una candela profumata
dava luce a fazzoletti fioriti
che parlavano in silenzio
sottovoce immersi nel pianto.
Vestivano i Ragazzi
vestivano di plastica nera
riempivano cuori di madri smarrite.
Uno ad uno tra braccia sconosciute
nella città smarrita
passati di mano in mano
come bagaglio di un esodo
pesanti come i grandi tesori.
Un cielo nero
crudele
ora tuona
al canto di una civetta
vola
triste tra quelle vite.
DI FRANCESCO ROMANO
Collaboratore FRECCIA
Giovanni.
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ti bacio anche io Ale...
freccia.

il 21/12/2005 alle 16:46

Per chilegge vorrei precisare una cosa...:
questa poesia è stata arranciata dame ,ricavata da uno scritto di FRANCESCO ROMANO,che ha vissuto realmente quei momenti...di tristezza e che saluto con cuore...
ciao Francesco
Giovanni
freccia.

il 21/12/2005 alle 16:57