PoeticHouse - Il Portale dei Poeti e della Poesia
Pubblicata il 18/12/2005
Occhi chiari e cristallini
specchio di malinconia
e acque tremule
di chi sa e vede
e zitto non può stare.

Spingiamo le mani verso l'esterno
di questa cascata emozionale
che nostro malgrado
ci imprigiona

Quanto sei affine a me,
e quanto in alto tenderai le mani?

Un espressione incredula
di fronte alla vita
non abbiamo che meravigliarci
di quanto potente la sentiamo
sfuggire, tra le dita.

Ho paura che scorra piu forte di me
Ho paura di non riuscire a tenere il tempo
Di rinunciare per troppa paura
Ho paura.


Cosa farò dei miei giorni?

Una lotta continua ho dentro
tra lo speciale e il generale
perdo tempo, rifletto
rielaboro e mastico ancora
le macerie in cui mi hanno gettata

Vincenzo, io amavo qualcuno
e tuttora niente altro posso fare
che rivedere immagini dietro le palpebre
nascoste, fino a che solo lo scuotere di testa
mi riporta al reale
alla mia stanza da pulire
e al cuore da ibernare
nasconderlo
dietro i falsi moralismi
e i passi di gente che corre
e io non so nemmeno dove vuole andare


è tutta colpa di louis armstrong
tutta colpa di quel figlio di puttana
e della sua tromba

colpa di voce calda e risata roca
e vuole imitare Albert King lui
quando canta e ride e mi si infila nel cervello

Colpa dei miei sogni di ragazzina
dei suoi occhi più amari del miele
cui rassomigliano.

Che stupida, che cretina, ho fatto del male anche a te
inseguendo quel fantasma
bambino a trentanni
e non so neppure perchè te ne parlo
forse ho solo bisogno di piangermi addosso.

è che sono autolesionista, e se ancora posso farmi del male
prima del finale io non mi fermo.

un anno e mezzo è passato insieme ai miei sospiri
all'ingoiare attimi spaventosi di lucidità
e l'azzerarsi delle mie speranze
il crollare di tutte le illusioni,
di quante volte ho detto "sarà mio"
mi riducono in fin di fiato
mi portano indietro ad un dolore
che ho già provato
più e più volte
e che ogni tanto ripeto
non sarà più mio.

Neppure riesco a piangere, a svolgere sto groviglio
a cacciare via la pietra dal petto
per portarla dentro
dove dovrei avere un cuore
che non batta più, non mi assilli
col suo rumore
di fiume che sgorga
sfondando la roccia
perchè nessuna emozione, mai più
possa poggiarsi là sopra.

Lo disconosco, lo ripudio,
vorrei tanto non sentire e non vedere
e non commuovermi più
per un albero rosso, troppo rosso
in mezzo al nero di scure cortecce
e pavimenti di vulcano
troppo rosso
sembrava il mio sangue
che troppo forte mi scorre dentro
vorrei sapere dove mi porterà tutto questo

Appresso ai massimi sistemi
non farò mai niente di buono
e se mi perdo dietro la poesia
quanta realtà, quanta prosa
riuscirò a vedere?

è troppo forte il vento,
lo senti anche tu?
Io sento ogni parola piegarmi
in avanti
sento ogni parola
defluire dalle mie vene
lentamente, dall'incavo delle ginocchia
una goccia alla volta
ricordi come morì Seneca?

Deliro, mi ondeggia la testa
neppure più questo voglio
perchè anche se un dono
per cui dovrò ringraziare qualcuno
non lo voglio
poesia è sentire mille volte piu forte
ogni minimo accenno di brezza
Vortici rotondi e senza fine
ti prendono veloci
lo sai anche tu vero?


Lo vedi, sono logorroica
ancora parole vogliono uscire
e nascere alla luce
del mio dolore
all'ombra dell'amore
che mi porto dentro
Me ne vergogno
vorrei non esistesse

Vorrei non avergli mai donato
le mie parole più belle
vorrei non essere mai salita
sul suo regno
ho ballato al suo ritmo
credendo fosse il mio

Vincenzo sono una cretina
perchè ci ho creduto
di poterlo incatenare alla mia anima
e mi domando come abbia potuto rifiutarla
ho sempre avuto una grande considerazione
di me stessa.

Ogni parola è una carezza di lama
tagliente e fredda come il suo ultimo sguardo
mi ha cancellata, non esisto piu
ci ha messo un attimo
per farmi dimenticare da dove vengo
come mi chiamo
e tutte le cose belle che ho.

forse non piango perchè mi sento noiosa
perchè non capisco
come sia possibile
che amore non generi amore
che il mio pensiero, cosi forte
non porti a lui un pensiero
della stessa intensità.

vorrei tanto sentirmi libera, ora
ma da cretina quale sono
ancora ci spero
che un giorno lui si svegli
e mentre si stia lavando i denti
pensi che mi vorrebbe riflessa
in quello specchio.

Sono stata nella sua casa, tra le sue cose
ho cantato coi suoi amici
e mangiato il suo cibo
sono stata cosi vicina, avrebbe potuto afferrarmi
senza darmi la possibilità di andare via
e tutto questo non è stato

E ancora mi chiedo il motivo.


Devo smetterla, smetterla
di pensare a come lo guardavo da bambina
e ai pantaloni che portavo
il primo giorno che ho conosciuto la sua bocca
ma è tutto cosi bello
cosi bello che ferisce
non dimenticherò mai
non potrò mai dimenticare

Fuoco di notte
mare notturno
il pane che abbiamo mangiato
uno di fronte all'altro
esausti di parole e sogni e baci e amore

Ma era amore solo per me
e io non lo volevo vedere.

La smetto, almeno con te ora
perchè altrimenti mi infilerò
nella voce di Janis Joplin
per non uscirne che stanotte
colma di tristezza e pazza
di impotenza.

Scusami.
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wow! mi ha inchiodato dalla prima all'ultima parola! Spettacolare! Un amore dolcissimo, quanto doloroso, raccontato con estrema passione, con estrema intensità! Un cubetto di ghiaccio che pian piano si è sciolto nella mia gola... molto molto brava! Mi hai colpito molto!

il 18/12/2005 alle 14:17