forse non ricordi lo squarcio
non nella parete del pendolo
quando era tutto in silenzio di specchio
ma allora che lasciasti poche monete
di te sul tavolo lucido
non eri ancora madonna
nè avevi corone e ghirlande
di melograno e profumo di viola
non sai il male d'addio che
separò i miei occhi da te
ed ora balbetto da insano
a cercarti sui muri d'antico
a odorare l'impronta lasciata
sul letto
a vedere fantasmi e merletti nell'ombra
correvamo, ricordi?
lungo i brividi estivi del torrente
là dove si perse
per sempre il laccio difeso ad oltranza
della tua castità imbiancata
a che serve il ricordo se marcisce
inconsunto il rancore del tempo?