entravo, mi sedevo
ascoltavo musica e bevevo
e naturalmente, non siete
tutti idioti, scrivevo.
fumavo anche un sacco
di cicche, ma non arrivai
a scrivere con le sigarette
arrotolate di tabacco,
ma forse mi sbaglio.
i mobili della stanza erano
in tutt'altra posizione,
e alle pareti avevo appeso
le tele della mia ragazza;
dove cazzo siano andate
a finire le magie di quei
quadri non lo so.
il vento forte profuma di
bagnato e la pelle raggrinzisce.
i tasti fanno molto più
rumore, adesso.
ma non voglio mollare,
non voglio mollare.