Luna singhiozza da sola___a modo
nell’argenteo suo tempio mistico
- spazio intimo dell’amante greco -
per quelle funeste lame
ficcatele dal delirio dell’Efesto
che l’aspirerebbe muta e paraplegica
per elargire stolto genuflesso
[il trono migliore]
alla bellezza per me minore
sua Afrodite!
…allora giunse a norma la penombra,
per fendere l’ilare fardello dell’uomo perso
scandito ora in movenze abbronzanti
sotto l’esame attento del Sole di lassù.
oh mia dannata e dolce Luna
che t’offri a me straziata / senza piglio,
zarina incompiuta del pieno empireo…
resterai l’assoluta creatura agli occhi giusti,
quelli rinchiusi nella gabbia che non ride,
il mio teschio degente, e dolente.
io poeta a richiamarti dalla morte,
servitore scarno del tuo incanto,
nutriente.