La morte verrà all'improvviso, avvrà le tue mani e i tuoi occhi...così cantava De Andrè ...spesso viviamo nella morte per non saper vivere. Ognuno ha dentro di sè l'antidoto, salvo averlo perso. Poesia di rabbia sotterranea comunque scritta bene. Ciao
Nel mio giardino
ho smesso la vita
pianta i semi d'amore..
e la ritroverai
Emh questa poesia dovrebbe parlare di Eva, madre tra le madri, che subi il dolore più grande, la morte del figlio per mano di un altro figlio. Da allora eden divenne un giardino di dis-illusione. Poesia della morte allora si, ma non invocata, ma affrontata con rabbia. Antidoti? non credo ce ne siano, la morte viene per tutti. La morte bisognerebbe affrontarla ridendo o quanto meno sorridendo al fatto che capita a tutti prima o poi; questo se si tratta di noi. Non credo che la morte di un figlio, o di una persona amata si possa affrontare con una dose di antiveleno. Un bacio e grazie ad astrea e pirro.
quanto dolore in questa poesia,quante lacrime in quei occhi gonfi,. hai scelto con eficacia le parole per far rivivere il dolore. ti abbraccio da amica- ciao Rosa
grazie..
ma ciò che scrivi è universale e quindi
il tutto può entrarci nell'assoluto
Eden quale valle di lacrime "senza gocce di pianto" per chi ha la sventura di non vedere più il sorriso e gli occhi di un figlio.
Hai usato parole grandi come quel dolore, mati
l'antidoto è semplice non anticiparla, nel senso di non vivere sempre pensando alla morte, questo intendevo ciao