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Pubblicata il 18/04/2002
Come bagnati da bolle di sapone gli specchi appaiono
con la loro freschezza dinanzi al mio passaggio.
E a piedi nudi l’inutile mia ascesa si veste d’illusoria vincita
tra palloncini colorati di sconfitte in festa
e le grida vincenti dei demoni del destino.
A nulla è valso il mio equipaggiamento
d’equilibrista provetto.

L’infinitesimo mio momento di vita ondeggia,
così come il sottile filo s’abbandona al ritmo
musicale di monsoni poderosi.
E’ là,
impercettibilmente steso tra il palo della gioia
e quello del dolore.

Una nube passa,
un uccello si poggia sul filo, in mia compagnia
e rimane sorpreso al mio grido.
Scappa impaurito lasciandomi spoglio di piume,
in questo cilindro di specchi,
in questo filo sottile, impercettibile, evanescente,
fragile e quasi invisibile.
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rocambolesca?
Volevo dare una sensazione di controsenso...
la festa/sconfitta...

mah!..è un periodaccio, non so neanche se mi son capito da solo!!!!

Comunque grazie
S.

Cià
M'

il 18/04/2002 alle 19:50

Ti ringrazio di nuovo "S.",
e ripeto ancora che l'immagine che ho tentato di rappresentare è quella dell'acrobata in bilico sul filo del destino.
Un filo teso fra la gioia e il dolore.
In cui spesso le acrobazie stanno proprio nel mantenersi con le mani salde e ben ancorate.
Purtroppo a me capita spesso ritrovarmi al margine d'un capo...
e ti lascio immaginare quale.

Il tuo commento, giustamente come tu stesso/a dici,
in fondo mi aiuta a percepire meglio il significato e la prospettiva del mio "sfogo".

e per qst che ti ringrazio di nuovo.

Cià
M'

il 19/04/2002 alle 09:28