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Pubblicata il 18/11/2005
Come un licantropo
a strapparsi i soprusi di dosso
rispondendo alla carne
succede, ti dici,
ma in fondo sconcerta,
indagare non serve,
sei uomo in corpo di donna
predatore discinto nei pizzi,
le mani guantate
esplorano senza riguardo.

Come un vampiro
dimentica di ogni vertigine
a volo radente,
cieca palpebre aperte,
non sorda,
indifferente al richiamo,
estrai dal ghigno lame aguzze,
lavori veloce di punta e di taglio.

Come un lupo
pelliccia su vene pulsanti,
finito il banchetto
riponi gli avanzi,
scavando una buca profonda
celando
brandelli di carne
ossa biancastre e umori di morte,
sapendo
che al prossimo pasto
altra carne più fresca vorrai.
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