Mi sono fermato, parlando con te,
che mi vedevi assente,
ad osservare la tua bocca.
Le tue labbra,
che da insensibile,
seguivo in ogni suo movimento.
E tu
infervorata,
proseguivi nei tuoi discorsi.
Nonostante cercassi in tutti i modi
di guardarti negli occhi,
il mio sguardo, prepotentemente,
mi portava sempre lì.
Le tue labbra,
sensuali e nobili,
in atteggiamenti irriverenti
per me che ti guardavo.
E,
per quanto mi sforzassi
di darti retta nel tuo logico dialogare,
io le guardavo come un bimbo guarda il gelato.
Sentivo la pelle delle tue labbra,
la pregustavo,
immaginavo di arrivarci
vicino... sino a sfiorarle.
Di accarezzarle
con le mie, dolcemente,
da angolo ad angolo.
Infine, con irruenza
appoggiare le mie alle tue,
stringendoti a me con la più dolce prepotenza.
Scuotevo la testa
per scacciare i pensieri,
fintanto che l’orario, tardo, è arrivato.
E ti vedevo scomparire.