Voglio sentirmi lontano da me,
lontano da chi crede in me
per non pagare il biglietto
d’una corsa
che non ripassa mai dal via
e dal vetro che suda
scendere lentamente come goccia
a formare laghi invisibili
d’invisibili insoddisfazioni,
o appannarlo ancora
per renderlo vergine
e disegnarci sopra
infinite linee che diano forma
all’impalpabile anima.