Poesia del disincanto, malinconica ma ferocemente lucida. Piaciuto lo stile mai cauto, azzardi alla pienezza che presuppone coraggio di guardarsi interi. Complimenti.
mi colpisce la chiusa, splendida nella forma e nella musicalità. bella anche l'immagine del dado che rotolando "perde la faccia su di un lato", anche metafora dell'uomo che nel movimento della vita mostra e cela le diverse "facce" che possiede. complimenti
colpisce me averti qui daniele. Si, all'uomo è dato avere più aspetti, più volti nel corso della vita. Cambiamo fuori, ma cambiamo anche dentro e talvolta le maschere che si indossano sono difficili da togliere. Anche quando crediamo di non indossarne nessuna...ma in fondo il nostro stesso volto non è già di per sè maschera di noi? del nostro essere interiore?
Guardarsi interamente, guardarsi davvero, guardarsi e non piacersi, guardarsi e fingere di non vedere oppure vedersi e fingere di non guardare. Grazie elogio. abbraccio
l'azzardo è in più ...i dadi scivolano sul tappeto come spinti da una mano , il destino? non serve davvero fare nulla, le facce sono quelle che vogliamo vedere. Sei bravissima ciao