La notte spegne
perfino i lampioni irrisolti
del mio esistere fatto biscotti per cani.
Le ciglia curve a trappola
bramano una cesoia
per sottrarsi alla vista della mia testa sul tuo collo,
alla muta di sangue e vetri
che pulsano attorno
alla rara malattia delle tue carezze.
La notte spegne perfino il tuo volto,
del tuo esistere fatto collare per cani.
Mi vedi e i tuoi occhi sono forbici,
si contorcono e sbriciolano
arterie che si gettano
e si calano all’indietro contro battito.
Il mio sguardo rischia di non rialzarsi,
il mio sguardo si addormenta domato,
il mio sguardo germina e si avvelena,
irrisolto dietro la tua ombra,
irrisolta dentro la tua forma
La chiamano eutanasia.
Tu abbattimi .
__________________________________________per quanti si preoccuperanno, credendo ad una mia ricaduta al masochismo di maniera, dico di stare tranquilli. La poesia è la mia porta, il mio specchio, la mia sedia, la mia casa. Di poesia io vivo, certo non ne morirò mai. Lye
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