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Pubblicata il 06/11/2005
Mi sorpresi a domandare
l'elemosina ad uno straniero.

Nella mano chiusa mi lasciò
un tesoro-ma fu solo-

una moneta d'oro nel fuoco
arroventata che mi marchiò

senza scampo.Tremante e polverosa
ebbi fra i denti una rosa di tormenti.

Se l'aprissi ora -quella mano sola-
resterei immobile e confusa

come sapessi di trovarla vuota.
L'acqua scuote le sue ciglia d'acqua

e guardo il regno che mi hai lasciato
una morte oscena e nuda

che ha un ghigno di pietra
e un cappello da mendicante

sopra il cuore a sghembo
come un nero ragno, orripilante.
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forse su questo sito non si sanno più riconoscere i poeti?
ma al difuori di questo ritengo questa poesia una delle più intense...già si mendica l'amore e l'amore si fa mendicante...

il 06/11/2005 alle 21:20

dolce mano che tesa ricevesti l'ustione non smettere di credere che esista l'unguento capace di fugare il male di quel marchio..un abbraccio..bellissima, urla il tuo dolore

il 07/11/2005 alle 09:30

SCUSATE NEL 6 VERSO C'E' UN ERRORE IL VERSO DOVEVA ESSERE

" L'ALBA SCUOTE LE SUE CIGLIA D'ACQUA" ED OVVIAMENRE NON
" l'ACQUA SCUOTE LE SUE CIGLIA D'ACQUA"
uffi, il benedetto vizio di non rileggere....

buenas dias por totos

il 07/11/2005 alle 09:47

si, hai visto, però che errore?
mannaggia mannaggia
ha ha ha

il 07/11/2005 alle 09:48

spero che riesca solo a disorientarti e che tu non possa mai vederlo da vicino
un grandissimo abbraccio...

il 07/11/2005 alle 09:53

l'ustione è l Amore,non la moneta che ci dona...quello è il suo obolo, soprattutto perchè ci ustiona!

il 07/11/2005 alle 09:56