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Pubblicata il 17/10/2005
Bianco quel ciuffo
sopra la fronte scura
e dentro i vostri occhi
ci leggo la paura
quella che si conosce
quando della memoria
non resta traccia alcuna
ma vivono le angosce.
Non mi riconoscete?
sono Anna , sono Nannì
quella a cui cantavate
O sole mio e Maria Marì.
Nonna se mi sentite
dentro la grotta nera
dove ora state
senza vedere e muta
vi voglio ancora dire
che adesso anch’io ho paura:
senza quelle preghiere
che dicevate a sera,
chi veglierà per me
davanti a una candela?
Nonna se mi sentite
poggiate un’altra volta
le vostre labbra dolci
sopra le gote mie.
Ma voi non mi ascoltate
e allora non mi resta
che dare un bacio triste
su questa bianca testa.

A mia nonna Angelina, parkinsoniana.

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sei riuscito a farmi scendere le lacrime ... complimenti nn è facile emozionare gli estranei...!
ciao silvia

il 17/10/2005 alle 19:18

ma la poesia arriva fino a lei...molto tenera e affettuosa

il 17/10/2005 alle 19:36

MOLTO SIGNIFICATIVA E OGNI PAROLA IN PIU' SAREBBE SUPERFLUA. GIA' LA POESIA DICE E SI MANIFESTA. GIùGIù

il 17/10/2005 alle 23:59

mi hai ricordato - ed anche nella musicalità di verso - nonna Lucia di carducciana memoria e ciò mi ha fatto piacere!
Ma qui non c'è soltanto commozione... c'è molto significato dentro, ed azzardo che nonna Angelina sia più riuscita, addirittura, di nonna Lucia. Abbasso i miti!
Ed ora vorrei sapere, Anna, Nanni, anzi! Mò, ... come te la cavi, con " Maria Marì "?
Dimenticavo!
5, per il piacere che mi hai dato per questa lettura!

il 18/10/2005 alle 10:15

P.S.: e se Guido me lo permette, concordo pienamente con lui, su tutti gli "azzeccatissimi" aggettivi usati per la tua poesia!

il 18/10/2005 alle 10:18

Commovente ed intensa. Che dire? hai toccato anche il mio cuore. Ciao

il 18/10/2005 alle 18:11