Un merito riconosco a quest’uomo,
anzi ben più d’uno, lo ammetto,
lui mi riconciliò con il maschile,
a lungo rifuggito, a volte rifiutato,
grazie a lui il peccato fu consacrato,
non ci fu limite, o meglio fu superato,
ogni giorno divenne culla di desiderio,
ogni notte patria di tenzone,
con lui scoprii comunità di intenti,
bisogno di percorrere cammini,
il tutto innaffiato di lacrime
e di procrastinate attese.
La nostra vita corre su binari morti,
ci porterebbe a languire dentro,
ma per fortuna esiste il contraltare,
esiste una dimensione a sembianze di fenice,
che rende possibile sorgere dalle ceneri,
e lui, ed io, e noi abbiamo scavato
nel tempo e negli affetti il nostro sito,
collocato la coppa del bere comune,
e ci possiamo stendere
stanotte ancora, e forse anche domani
sotto la volta stellata della creazione.
… di tutto questo non c’è giorno che non ringrazi
il karma, l’uomo in persona e la mia pazienza.