Fatalità, oblio, noia, annidate nell’angolo più remoto della mia mente.
Respirano e invocano l’ultimo battito del mio stanco cuore.
Implorano al corpo la resa esigono portarmi all’oblio della carne.
La cura aimè la conosco da tempo!
Non è sufficiente tuffarsi in ricordi di giovani corpi vinti dalla passione.
Non è sufficiente girar con lo sguardo in cerca di appaganti visioni.
Non è sufficiente creder desser’ divino poeta e custode della vita eterna.
Non non è sufficiente.
La mia carne brama e la mia mente invoca la quiete che solo un amico potrà regalare.
Assenzio mio tenero amante.
Assenzio mia guida e mia cura inebriante.
Riposati dunque mio cuore malato dalla fata verde sarai presto curato.
Lei bellissima e ambrata sposa di uomo che non sa più cosa è la sorpresa.
Di tutto prova disgusto e noia.
Della vita ha visitato ogni anfratto e ad ogni sospiro di donna è abituato.
Amata sposa, camminiamo insieme verso altre fantastiche visioni.
Attendo la morte sapendo di aver vissuto.