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Pubblicata il 29/09/2005
Sguaina una spada
Appronta un legno:
Per divina giustizia
Deve uccidere
Chi, in vita, gli si negò per volere umano.
Avrebbe voluto dissetarsi
Perennemente
Alla sua intrinseca fonte
Di dolce linfa femminile;
Innalzarla
Su piedistallo di diamanti
Per renderla pari a una déa;
Esaltarla
Per averla compagna di vita
E chiudere gli occhi
Attraversato dal suo sguardo!
Invece
Ora
S’accanisce
Aizza mastini
Dà loro in pasto i suoi organi.
Ma è triste.
Non ride.
Boia di Dio
Non si compiace del suo lavoro.
Attoniti
Esseri osservano
Cadere la mannaia eterna
E annuiscono, imbelli,
Ai ciclici ritorni di verità incomunicabili.
Solo Lucifero
Si ribellò a Dio
Per portare face occulta
A rischiarare tenebre perenni.
Divenne Signore della Luce
Ma fu spento
Perché non facesse stagliare le ombre
Di uomini piccoli
Che detenevano lo sciocco e inutile potere
Di sorvegliare le coscienze.
Libra la mente
Amore mio,
Verso galassie lontane!
Scaglia via i brandelli di carne e di spirito!
Raccogli erba dal bosco venero
E canta per me
Madrigali ambigui
Di orge e liturgie arcane!
Non amarmi
Se così ti va.
Ma se m’ami
Liberamente
Taglierai i tentacoli
Di chi ti serrò la ragione.
Non più ferro
Brandirò:
Aprirò le braccia
Per raccogliere di te
La parte occulta:
Quella che fa sorridere i tuoi occhi.
E baciami
All’infinito
Come magico rimedio
A chi ci chiuse anche la bocca!
Non si può ostacolare
Il veicolo di forza immortale
Che gli uomini chiamano
Semplicemente
Amore.









Riflessioni sul quadro di Botticelli e sul racconto di Boccaccio: Nastagio degli Onesti
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Grazie del commento a questa mia strana poesia.
Non è...ispirata se non dal contesto del racconto boccaccesco. Che è tragico e addita la fatalità e la impossibilità a sfuggire a Leggi non scritte che legano gli uomini (e le donne) per ragioni che sfuggono alla umana comprensione.
Bisogna pensare che siamo in una epoca dove i matrimoni erano decisi dai genitori e l'amore si rifugiava nelle sole pieghe della passione (vedi Paolo e Francesca che vengono posti all'inizio dell'Inferno, quasi che il loro peccato fosse abbastanza frequente e perdonabile).
La circostanza che il Botticelli abbia voluto, poi, farne un ritratto e la notorietà della novella, mi hanno spinto ad alcune riflessioni personali ma che nulla hanno a che vedere col mio mondo, le mie esperienze.
La condizione di moglie non era la più soddisfacente, all'epoca... e tanti discorsetti femministi sarebbero stati liquidati con poche parole o con mezzi più convincenti.
Sbagliato, lo so.
Ma c'era una logica (se pur perversa) che ha permesso a quella società di sopravvivere e di dare la stura alla modernità, dove la parificazione dei sentimenti mi sembra una buona conquista anche se mi permango forti dubbi al riguardo.
Se si parte da premesse oniriche ed errate (l'amore è eterno), è facile incorrere in delusioni e bruciature cocenti. Il problema è che, pur coltivando questa idea nel nostro cuore, non vogliamo che giunga alla nostra mente, per una sana "purificazione" ed iniezione di razionalità e ci liberi da condizionamenti e travisamenti della realtà.
Il sonno della ragione, genera mostri, diceva Hegel; anche in questo senso.
La morale è frutto di tempi storici ben precisi e di caratterizzazioni mentali come Nietzsche insegnava (Genealogia della morale, sc.); e i sensi di colpa, propri e/o che si spera altri abbiano, sono fantasmi della mente che servono solo per appagare un innato desiderio di vendetta che ognuno di noi cova.
Ecco, la via del Tao appare una soluzione decente per sanare ferite non sanguinolenti ed evitare spargimenti di sangue reale. L'accoglienza dell'altro e dei suoi errori e il riconoscimento dei propri sbagli, porta pace a uno spirito disperato.
Se non ci si libera, si corre il rischio di fare la fine di Nastagio.
Non per altro, i benedettini aplicano regole taoiste ben sapendo lo scopo effettivo di unire la preghiera (oratio= bocca in azione: dico parole che,udendole, mi calmano o esaltano) all'opera pratica, nel silenzio assoluto del mondo esterno che non deve turbare.
Noli me tangere, insomma.
Ma è difficile.
Vedi Nastagio, ripeto!
Il concetto di "liberazione" o "riscatto" non penso sia dirimibile in poche parole, se pur è presente nella novella (che va inquadrata nel tempo giusto, ripeto, per non fare confusione).
Quanto all'amore a senso unico... ti confido che è l'unico esistente.
Ricordo due motti popolari: uno italiano e uno polacco:
1) - Non si ama mai la persona giusta;
2) - Se non puoi avere ciò che ami, ama ciò che hai.
E con questo, Ti auguro una buona giornata, ringraziandoti per un commento a una lirica difficile ma, come dite voi donne, intrigante...
Er

il 17/08/2007 alle 07:20

Difficile da accettare se non in una ottica biounivoca.
E non sempre è facile.
Si resta soli, alla fine.
Grazie per questa Tua interpretazione che non abbasserebbe il capo davanti a Nastagio ed Anastagio.
Er

il 17/08/2007 alle 14:52