Sniffavo versi sciolti,
mi sparavo pere
di endecasillabi
sera e mattina,
pasticche di ermetici,
compresse di Verlaine,
perfino mix di simbolisti,
mi facevo di Stilnovo
come se fosse niente
m’iniettavo futuristi allucinanti
tagliati con crepuscolari puri,
roba pericolosa,
addirittura rime di Neruda
- capite? roba dura,
che viene da Cuba –
Cominciai a frequentare
certe compagnie di diversi,
entrai nel tunnel della rima
e diventai anch’io
uno spacciatore di versi.
Non ero più padrone della vita mia,
come mi aveva ridotto la poesia!
La mia ragazza m’ha lasciato
era stanca di tutte quelle quartine
e di fare certe figure retoriche
davanti agli altri a causa mia
so che si è messa con un romanziere
che non si faceva le pere
di Rimbaud come me.
Esausto e spremuto,
sei mesi fa staccai la spina
ero un uomo ormai finito,
pazzo divenuto,
ero in uno stato…
e fu dura, non vi dico.
Poi mi sono disintossicato
con una terapia di narrativa,
dosi massicce di Proust,
tante flebo di Kerouac,
ogni tanto, lo ammetto,
mi faccio anche un fumetto,
un tex, un linus…
ma devo stare in agguato
a certi commerci,
una volta che uno ha provato
è facile ricaderci
in certe cose strane
perché la voglia
di rima rimane....