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Pubblicata il 27/09/2005

La madre era l’attesa imprescindibile,

la gola fiorita di ginestre, l’insenatura calda;

era l’approdo certo.

La speranza scintillava inavvertita

tra le sue braccia.

La madre era musica alta, era la culla

che nutriva il sogno.

Improvvisa, la madre , si frantumò

contro pareti altissime

lasciò dietro di sé pozzi di solitudine

attese senza attesa, noia,

musica che, come in un disco

di vinile che s’inceppa,

ripete ancora e ancora

la stessa nota, all’infinito.


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bella tutta, ma davvero notevole " la gola piena di ginestre"
a presto rileggerti

il 27/09/2005 alle 10:03