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Pubblicata il 24/09/2005
Il fumo riempiva la stanza,
dentro e fuori piccoli fiori
appassivano con noncuranza.

Quella notte,

una di quelle notti in cui muori
e non te ne accorgi, divagando
con la mente in pallidi chiarori.

E’ solo notte

mentre solo dal balcone ti sporgi
e osservi il tenero andirivieni
delle auto, grassi, unti porci.

Dicevo...

Due o tre dipinti osceni
appesi alle pareti vuote
e un uomo e due bicchieri,
due o tre note
da una vecchia radio
e un solo pallore sulle sue gote.

Il sigaro ormai spento
era sdraiato al suo fianco.

Molto più giovane di lui
quella fredda amante
rifletteva i suoi occhi spenti e bui.

Sdraiato su di lei la abbracciava
stanco.

Per terra era sporco.

Sul tavolo un dolce calore
macchiava il candore dei fogli.

Ma forse era inchiostro
quel groviglio rosso
che usciva da un calamaio
nascosto.

Fuori pioveva e le voci
dei passanti erano ormai morte
inghiottite dalle voraci
fauci della sorte.


Un uomo su un tavolo
e il suo sogno su un patibolo
mano nella mano
e nella mano una signora
piccola e fredda
amante per chi dispera
e chi ripiega nel tenue gesto,
quasi perfetto,
di premere, nel silenzio,
il dolce, pallido e sognante
grilletto.
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un uomo su un tavolo
e il suo sogno su un patibolo
mano nella mano

piaciuta.

il 26/09/2005 alle 21:32

Ne sono contento.

Un saluto.

il 26/09/2005 alle 23:46