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Pubblicata il 22/09/2005
Il bosco affida al bosco la sua insonnia
l’alito dei castagni maschera grappoli d’ali.
Sono sceso tra il popolo dei nocivi
tra lepri e gatti selvatici
dove tutto misura il canto della vita
dove il respiro morde la solitudine
dove l’invadenza del pettirosso cerca la mano dell’uomo.
Sono sceso tra il popolo dei carnivori
tra volpi e faine
dove il giorno il mese e l’anno rovesciano le ore
dove il frusciare di foglie è vita di tante vite
dove la rugiada scende quando l’erba è più verde.
Sono sceso tra il popolo degli ottusi
tra tassi e talpe
dove la terra accumula i padiglioni dell’assenza
dove il migliore può essere superato
dove chi gioca non gioca tra noi per divenire.
Sono sceso tra il popolo degli alati
tra ghiandaie e fringuelli
dove il volo guadagna il volo
dove i rami più alti controllano il nido
dove la vita concepisce il cielo.
Sono sceso tra il popolo dei selvatici
tra scoiattoli e cinghiali timorosi
dove la felicità è troppo giovane
dove le fragole e le more s’inghiottono a vicenda
dove ogni anima è anima di un mondo diverso.
Sono sceso tra il popolo dei reprobi
come il santo del bosco
dove il nome dato alle cose si separa dalla ruota dell’essere
dove ho scoperto il disordine della legge del tempo
dove tutto ciò che passa merita di passare.
Il bosco affida al bosco la sua insonnia
ognuno per conto suo ad ascoltare la musica dei germogli.

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MERAVIGLIOSA DESCRIZIONE CON UNA BELLA PADRONANZA TERMINOLOGICA E, SOPRATTUTTO, CON UN SENSO ESTETICO E UNA CONTEMPLAZIONE CHE SI MISURA NELLA OSSERVAZIONE ACUTA DEL REALE. BELLA! GIùGIù

il 23/09/2005 alle 00:17

è sempre piacevole ricevere e restituire visite
la tua in particolare
un abbraccio ciao giugiu
www.giangenta.com

il 23/09/2005 alle 15:06

la compagnia delle donne l'ho sempre trovata non solo più piacevole ma molto più rallegrante che non quella degli uomini sopratutto quando
accompagnata dalla razza dell'anima e della mente.
sublime il tuo commento
ciao
www.giangenta.com

il 23/09/2005 alle 15:23