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Pubblicata il 21/09/2005
A lei che ha dato un senso
e il suo nome alla mia vita
rubandomi il cuore,
a lei che m’asciuga le lacrime
e poi accende sorrisi a caso
con le dita sul telecomando,
a lei che sa ascoltarmi
anche quando non parlo
e rispetta le mie fughe.

Se avessi perso l’autostima
dimmi dove l’ho parcheggiata
o chi…
se me l’hanno rubata.

A lei che mi scrive chilometri
di cazzate e cuoricini rossi
come i pesciolini delle vasche,
a lei che tenevo per la mano
sotto quella pioggia di maggio
durante il concerto di Vasco,
a lei che aspetto in macchina
per delle ore e poi appende
la mia felicità alle sue labbra.

Se non ci fossero più specchi
ricordami la mia bellezza
o cos’altro possano invidiarmi.

Ti ricordo come fosse ieri
ma passano gli anni
e ci troviamo a darci del lei
mentre fuori piove
proprio come anni fa.

Iris…
tra le mie poesie
ho trovato questa
e la dedico a te.

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Grazie del bel commento.

Alessandro.

il 25/09/2005 alle 15:04