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Pubblicata il 18/09/2005
Mordi la mela,
frutto lucido e succoso,
disgiunto dal ramo
che mi ha tolto il fiato
chiedendomi un bacio
alle tue mani.
In grembo i fitti
pini di riviera,
su schiene molli
di pantano,
laddove l’erba è meno fresca
e più nitide
sono le orme dei cavalli
da pascolo.
Ho steso gli occhi miei
in senso antiorario,
sotteso le mie orecchie
fino a chiuderle,
toccato ogni cosa creata…
Ma il tuo profumo
è simile alle pesche mature,
nitido
come i ciliegi in primavera,
pieno come il mare.

Mordi la mela,
parole senza senso
finché non pronunciate
dalle tue labbra;
Parole inesistenti
che hai chiarito nelle valli;
Come l’alba sulla sabbia
tenta di allungare il mio passo,
tu deprimi i miei riflessi
fino a farne dissapore.
La nostra punizione,
in realtà,
è la terra che ci appartiene,
e se la vita ci sembra
dolore senza tregua,
basta guardare in alto
i nostri stessi pensieri
navigare con le nuvole
in apparente sospensione instabile.
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