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Pubblicata il 16/09/2005
Eccomi naufrago
in un mare di meduse inermi,
di masse informi,
pallide ed insipide.
Innocue e senza volontà,
come fiocchi di neve
deviati dal vento,
lungo rotte indefinite
scivolano silenti,
vivendo per morire.
Quasi per gioco,
per caso o per rabbia,
resisto e sopravvivo.
Fuggendo dai vortici
che ingoiano la mia nave,
speranza che affonda,
il cuore é un relitto.
Sarebbe un delitto
annegarsi da sé,
ma esistono alternative
quando non vi é terra in vista?
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