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Pubblicata il 05/09/2005
Uscito così,
da un Luglio insanguinato,
col cuore cristallizzato,
in un Martedì apatico,
stavo in piedi,
di fronte a te,
uno spettro incantatosi
in uno specchio d'acqua.

Ogni giorno, ogni notte,
ferito da un dardo,
infettato dal suo siero,
perché non porti con te la mia anima?
Ogni notte, ogni giorno,
perché non porti via la mia giovinezza?

Le tue dita, poggiate
su un manto verde,
saranno corse lungo strade
ch'io neanche immagino.
Neanche immagino come quel veleno
mi abbia tramortito in questo modo.
Io, da sempre come gelido acciaio
davanti ai veleni dell'impossibile.
Perché, dunque, sogno di poter saltare
indietro di una generazione?
Degenerazione, di ogni elemento della ragione
di ogni senso di logica, uscito così,
da un Luglio insanguinato. Nei giorni seguenti
le vene sempre più gonfie
sempre lo stesso pensiero: "Ruba dieci anni
di tradizioni e pregiudizi".
Ruba tutto ciò e
calpestali a morte.

Sono un folle, e sto morendo avvelenato.
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