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Pubblicata il 02/09/2005
Presagi di oscene danze tribali colonizzano la mente del visionario,

oscure figure e sagome irriconoscibili in un batter d’ali eclissano le loro movenze dentro giochi di specchi.

Indotte allucinazioni forgiano enormi carte da gioco che roteano dispoticamente sul proprio asse mentre prepotenti nembi volteggiano sullo sfondo.

Assenti destini avvolgono immemori fili di orizzonte alle inconfessabili bramosie di amanti mai celebrati,

mentre inconsapevole l’Oleandro, sin da primordi, miscela mortal veleno alla bellezza dei suoi stessi fiori.
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