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Pubblicata il 28/08/2005

Immobile giace quel freddo corpo, inanimato senza vita, putrefazione, orrore.
E dunque ritrovarsi a giacere, a marcire sotto tre metri di terra verminosa, mentre la carne logora, ed il tanfo diventa insopportabile, esalazioni silenziose di metano, generano arcani fuochi, fatui dal colore intenso.
Giorno dopo giorno le membra producono escremento, diventando cibo per vermi, la dove prima vi era vita, ora vi sono vermi e morte.
Ma in tanto orrore e tristezza si ode un lamento e nuovamente la gioia ritrovare.
Sotto il terreno, candido bocciolo si fa strada, per così giungere alla luce, e sopra il marciume, e la morte diventar delicato fiore.
Cibo per vermi, che da morte ed escremento, diventano concime per fiori.
E la dove c’ero io, ora c’è un bel fiore.
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Fabio sei andato a toccare un tema molto difficile e molto duro.
L'hai fatto con tanto trasporto, si sente. Ma è un tema anche molto doloroso, quello riguardo a ciò che saremo dopo la nostra morte, sotterrati a metri di profondità nella terra. C'è anche una visione positiva: la nascita di un fiore. La vita dove invece è seppellita la morte.
Quello da te affrontato è un tema che amo poco descrivere, ma leggendo quello che hai scritto tu, si può forse arrivare a dare un senso a certe cose, alle quali normalmente non si bada. Bravo Fabio.
Una cosa, forse avrei dato un titolo meno, come dire, scioccante. Ma è un mio semplice punto di vista e, sicuramente, mi sbaglio.
La tua mamy

il 28/08/2005 alle 23:06

grazie altro non aggiungo ... elf.

Fc.

il 29/08/2005 alle 12:55