da un episodio del film “Sogni” di Akira Kurosawa
…
d'azzurra neve aliena rivestito a morte,
mi muovo nella nebbia come pesce,
pesante sta il respiro alla montagna
rete d'argento a ricoprir lunghi capelli
per quanto senta vano questo torturare
l'anima mia e lo sfinito corpo,
fin là io marcerò per te vedere,
simulacro ignobile d'oscena verità
e il tuono sento pesante al mio cammino,
vecchio tra i ghiacci fra grotte mai narrate,
un passo dopo l'altro, greve, senza alcun perchè,
piombo su vetro e sotto solo ghiaccio
e l'animo sputare,
e nulla al core, nulla scivola,
ma tutto stride e grida e ansa,
eppure immoto
…
alfine s'aprì il cielo a nuova notte e il vento cadde,
che come collera di bimbo rapida si placa,
scossi quella neve di mio dosso e vidi quel che ero,
semplice, crudo, solo,
a me di fronte la montagna,
nuda, invitta, e mia
a me, essere umano in mezzo ai morti
23/03/03