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sue sciocche violazioni,
fra sè e sè incide il codice borghese,
ed ogni giorno immagina violenza,
che tutti i giorni della vita crede esser suo regno
e d'ogni cosa anela per inverso,
e teme, e crede il nuovo e il bello indegno
viaggiando verso Parma vestita da ufficiale,
fiore ridente t'ho incontrato,
e così, sempre più forte,
come tu fossi antico samurai,
ridente sempre ti ricorderò
credendo d'esser più leggero d'una piuma,
cenere e vento, mio tiranno aguzzo,
così irragionevole è la ragione del possesso,
che il borghese la eleva a teoria,
e dall'amor fugge contrito, vilipeso e triste,
ed ogni giorno gli pesa intollerabile,
e spegne la sua vita
mia cara, quant'è invece triste e dolce,
il disperdersi dell'animo,
come vederti suonare un violoncello
ed accompagnarti là, verso il confine,
dove borghese il tuo dovere ti divorerà
sale triste la carrozza, terra e cielo,
funereo cocchio di separazione,
sul crine aguzzo di quella montagna
tua sarà la terra, tua, che te ne andrai,
mio sarà il cielo, che io nel sogno fragile
vinto e vincente, adorante del tuo amore qui restai
3/03/03