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di vette elevate frequentatore abituale,
pencolante su strapiombi di dolore,
se io non vedo quel che c'è tu dimmi,
son io il cieco?
o è solo un falso riverbero di luce
che la definizione annebbia,
più netta d'ogni desiderio?
quanto spesso accade infatti che purezza
emerga prepotente
da apparenti abissi di sciocchezza!
e quanto spesso invece riconoscere non sai,
che è solo il fanatismo che ti spinge
a torcer colli e promuovere violenza
che e sempre chiede d'esser monaci alla causa sua,
e puri, e fermi invitti spiriti,
sofferenti al caso,
temprati a tanta umana indifferenza
così, mentre affondiamo lenti in questi
improrogabili stagni di tristezza,
una cosa spesso penso, amore mio
così infantile e affascinante
se esiste un altro mondo,
lì ci aspetteremo,
ma nell'attesa,
il riconoscersi è un dovere
28/09/03