Vivo in una fattoria di corpi… i pezzi di vita
parlano alle mie spalle, ho ancora troppe orecchie
per loro. Schiavo delle loro risate. Pupazzo di plastica
acida. Pensavo di poter pensare ma sono i pensieri
a pensare per me, schiacciato dentro e fuori dal mio
sogno, ormai costante… il mio incubo bipolare. Il tempo
si perde, in vano, per niente, dentro e fuori
e di nuovo dentro per uscire ancora, come sempre abortito.
Sto ridendo, ora credo piangerò.