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Pubblicata il 03/04/2002
Non mi onoro per tal parole
d’entrar a dimora di poeti e letterati,
certo è che parole mie
non son degne d’esser prese come miele,
ch’è succhiato da quell’ape s’un verde prato,
con speranza e nutrimento.

Non mi onoro di coprire la mia testa
con corona d’alloro,
che in passato ha cinto il capo
a quei grandi d’ogni tempo.
Né di porger la mia penna
su parole in grande effetto,
o per bellezza,
o per passione,
o per sola ammirazione.

Son soltanto un cuore infranto,
da passione e grande amore per la bella
cui parole devo e dono in gran segreto.

E mia gioia,
/questo è vero/,
è vedere i suoi begli occhi,
con sorriso e occhio lucido
che riflettono su parole che la penna
le ha dedicato.

Io mi onoro,
/e questo è certo/,
d’esser suo soltanto amato,
e d’esser “poeta” al cuore suo,
che com’ape,
che prima ho detto,
nutra l’animo suo di speme.

Questo è il dono per il mio alloro.
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