Nessuno mi conosce meglio di me stesso.

Dalle mie mani,
nasce una servile deferenza
ad un infelice apparenza
slegata, lontana
e si promuove un’incessante ricerca
nelle totalità dell’essere, dove si ode
Il brontolio del mostro,
ma dov’è anche presente il sussurro poetico
che traccia i segni dell’infinita bellezza umana.

La mia voce,
rigorosa, tenace, personale
esprime talvolta
una indelicata ironia,
assai irriverente,
ma sempre presente
a smascherare ipocrisie ed immagini comuni.

I miei occhi,
dove infantile riscopro ognigiorno la magia
di questo creato (così troppo ingannato) ,
soffocano
questa allegoria di uomini
dilatati fra le immensità
della Natura per rinnegare
il tanto sospirato
attimo di noia


La mia anima,
spirito in cammino
a volte percorsa dal dolore della sua brevità,
è come un mosaico di colori sgargianti e campanelle
presenza costante di tutti quei cari
e tanti giorni che avverto
nel mio incauto precipitarmi.

E’ lei che mi conduce a questa brama
di vivere ogni istante e in ognisensi
di scorgere, di scrivere e poi intonare
la mia vita
nell’ultima preghiera
del salmo della sera.