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Pubblicata il 14/07/2005

se è ben vero che per certo anch’io lo so,
scolpito a forza con le ossa del mio ingegno

i tuoi angeli ruffiani e i muti diavoli
finchè vivi a cerchia intorno troverai

così di canto immerso ora m’affaccio ai tuoi silenzi spalancati,
in viaggio ameno fra gli scherzi e i giochi
dove ognun che parla dice la sua verità

e ognuna che s’affaccia al mio cuore sposa si palesa,
schiamazzante oca che si mostra alla finestra,
coperta di perdono, e fascinosa al guardo,
come fosse impresa ramazzar di polvere sul sale della terra

io penso

che nella promiscua dignità della miseria
giace la fede che uomo inventa a far suoi schiavi l’altri
che ognuno e per se solo s’ingegna di farla parer vera

mentre il canto il cuore allieta e dolce il flauto si sussurra all’onda,
sospira l’uomo vecchio che vada a prender moglie giovane,
impervio il suo cammino fra bugie citrulle di filosofi
e d’una sposa a maggio il nuovo amore fa spirale il liuto

di mezzo rosso e mezzo azzurro rivestito
ti guardo e m’agito un po’ io
parola in una lettera, di nero inchiostro vivo

nel sogno che la realtà saggiamente raccomanda
in verde chiaro s’aggira la natura delle cose
fra verdi scuri cappelli di foglie
di se sola appagata, ridente e delicata

s’alza solerte, fra il latrar di cani,
il muro del silenzio che non vedrò mai più,
io che son nato diavolo, a far frittelle condannato

di mature more infine sazio si sveglierà l’amore,
ancor più bello del ricordo addormentato
amor che rende l’uomo gobbo ai sensi,
ad ogni verità più miope ancor che nacque
e come monaco che vaghi in questa terra
fra polli starnazzanti, pigra mandibola di porco,
rifugge l’onta a mascherare

così io intensamente percepisco
l’alternar dell’occhio alla fessura
di vita quotidiana spia, che pesa fine
quanto sia il costo del venduto
al mercato dell’intrepida lussuria

ed ogni volta che è accaduto che la giustizia si rifaccia bella,
io venditore di frittelle amare
m’affanno come diavolo a far cerchio al rogo
per bruciar financo l’ultima fascina
dove scarna strillante e nuda
brucia questa mia poesia, che è strega rimirata
dall’accorrer di vaganti d’ogni dove

così con orecchio di diavolo io le tue parole serenamente ascolto
ed ogni brocca d’oro e tradimento piena accatto

mentre ogni nuovo miserabile dalla terra nato s’avvicina
che lo stomaco suo è ben più grande della bocca

su un letto coperto di sale
fra sangue e oro scompagnati, vinto giaccio

fra scrosciar di pioggia e calamari e polpi
a dare cibo al ventre

25/06/04
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