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Pubblicata il 10/07/2005
Non fare: resto immobile
dinanzi alla polvere sui mobili,
alle briciole cadute ,
all’unto della pentola……al disordine.

Passano le ore
del giorno,
passa
un altro giorno….

Attorno lascio trascurate
le cose che servono alla vita.

Nel vivere quotidiano
il tralasciar la consuetudine usata,
vedovo ti lascia
delle preoccupazioni .

E la mia inoperosità
assilla l’ anima ,
strutturata dai doveri.

L’anima, dentro,frustata,
ricerca un varco,
reclama una sortita
che da lungo gli è negata.

Come onde i pensieri si infrangono
sulla battigia della mente.

Poi so che qualcosa si realizzerà,
non altro il piacere
di quel sacro ozio sconosciuto
che permette alla mente di vagare
e costruire dai pensieri il Pensiero.

E riesci a leggere
quel che accade in luce diversa,
con tempi non tempi ,
con voglia
di dare
ai trascurati sentimenti
nuova vita.

Ed ecco allora
ape operosa,
riprendi l’Agire
e non più il Fare !
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A volte il non fare produce più del fare... testo magico con splendide metafore. La ricerca di un varco... una maglia rotta nella rete... mi ricorda Montale e la sofferenza del vivere.
Un abbraccio
MR

il 11/07/2005 alle 15:13

Hai colto la mia magica scoperta del "OTIUM AGERE" dopo una vita "di doveri da compiere" è sì un po' come "meriggiare pallido e assorto"ora che me lo ricordi..Grazie Pierguido

il 11/07/2005 alle 16:19