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Pubblicata il 09/07/2005

Erano gli anni della grande casa
con i balconi in paramano blu
e le stanze in fila al corridoio
dove ci chiudevamo con i nostri segreti

Cercavamo di crescere con tanta fatica
mentre la vita correva dietro alle stagioni,
noi parlavamo poco di cose passate
impegnati a guardare il futuro fuori dai vetri

Avevamo gli occhi chiari e poche ombre
certo c’erano momenti amari, lievi dolori,
come quei giorni passati a strizzare
lacrime per i primi strani amori

C’erano chiese altissime dalle volte ampie
per la messa festiva, spesso ignorata;
c’era la borghesia dallo sguardo severo
con i vestiti della festa e l’aria mesta

Dal mare arrivavano i primi sogni
errate convinzioni ed allegri sorrisi
La speranza aveva come fissa dimora
la pelle morbida dei nostri visi accesi

Erano così i giorni ormai lontani
quelli degli anni nella casa grande
con i balconi in paramano blu
e le ampie stanze in fila al corridoio

Allora ignoravo che mio padre potesse morire
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non c'è che dire la tua poesia mi ha lasciato senza fiato ho rivisto mentalmente questa grande casa con i balconi in paramano blù..
la tua poesia è descrittiva, classica, poeticamente straordinaria.
complimenti caro Giuseppe mi indichi le tue origini?

il 10/07/2005 alle 08:46

Nato in Sicilia ho girato un po per l'Italia; la casa blu c'è ancora, è in Sardegna (Sassari).
Grazie dello splendido commento, in fondo scriviamo per comunicare, no...?

il 10/07/2005 alle 10:07

Grazie..caro Guseppe, ioamola galanteria dei siciliani... e ti ho commentato perchè la tua poesia non è banale!..anh'io sono stata in Sardegna(Cagliari)..a Villasimius..(stupenda)...io continuerò a commentarti..e tu?...Un caro saluto da Dory-..

il 11/07/2005 alle 16:59