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Boschi rotondi e introversi
spuntano frecce di luce
al bersaglio mobile dell'io,
strappando i disegni nati
al limitare della notte,
fra gli sguardi disadorni
dell'abituale manto
che veste i gesti nudi,
senza linfa d'ametista,
nei crateri del buio.
Fra le arcate cremisi
nel giardino della lingua
sbocciano parole lievi,
soffici, senza spine,
a lastricare in petali
i sentieri della paura,
nella culla di bacipiuma.