PoeticHouse - Il Portale dei Poeti e della Poesia
Pubblicata il 04/07/2005
mi sento graffiare dentro
i giorni avventati
del diverbio criptico
rileggo le contaminate
morti stagionali
che percorrono i sentieri pietrosi
di estetica e abbandono
e in ogni stagione vi è un pezzo di me
un pezzo d'umore
d'amore e dolore
sorrisi e stupore
ma alla fine sento
di non aver mai lasciato niente
ogni cosa ancora è viva in me
con l'intero e intento suo infracidire
è tutto così labile
da pensar che siano solo
Impressioni di primavera
e stan fiorendo nuovi umori
o tornano a volare
rondini scordate nell'inverno
ho custodito i miei nidi
di rabbia e sudore
ho custodito i loro voli
d'inutile libertà
e qualcuno chiama diverso
colui che diserta col pensare
l'ovvio percepire
colui che diserta la messa
domenicale
ci si sente sempre graffiare
dentro qualcosa
ma se io insinuo di non essermi
mai perso
tu dirai di avermi visto
nel traffico senza uscita
di tumulti e silenzi
di ricordi e patemi
all'alba e al tramonto
di pose disorientante
ero solo fermo ad aspettare
che cessasse la pioggia
delle tue inclinazioni
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Questa sensazione di stabile labilità, la simbologia delle morti stagionali è intrigante. Continua così e spero che raggiungerai il paradiso delle poesie brevi e sperimentali. Complimenti Sol

il 04/07/2005 alle 10:39