Cercando nei crocevia
di strade tormentate
disdegnando il morso
del nero spalancato
il solitario riverbera insensato
le bocche orgogliose
della finzione scomponibile
che giaciono distese
nelle palpebre del sonno
assorbendo la notte nefanda
al linguaggio dei sogni
e ancora solitario di solitudine
si allontana silenzioso
attraversando l'immobile impallidire
del riposo perduto
tra le piccole mercanzie
che l'apparenza del delirio
ha trasportato nelle rive
del decorso rimbombante
all'assolata inquietudine
il solitario mostra indifferenza
alla comprensione confusa
ma perso tra le facciate sconosciute
degli amori sgretolati
nel suo cuore vergine
l'ossessione quasi gli strappa il viso
della cenere pulsante dell'anima
e diluvia attonito dentro di se
quel volto di donna vissuto
nella lusinga dell'abitudine
ora brandello specchiatto
nell'incrocio visivo
di altri occhi
strangolata verità
nel delitto dei suoi occhi
che ora vedono solo il passare
incessante di una breve fine