Il corpo del poeta
disfa l’incanto dell’inconsistenza
tradendo una certa inopportuna
tangibilità.
A vane fatiche
per quanto lodevoli e pure
è dunque forzato
chi cerca il poema assoluto
che abbia di sfera perfetta sembianza
e suono.
Si deve andare dunque a capo chino
nascosti nei cappotti per le umide penombre
ché il fetido fardello ci condanna
al sordido trionfo della materialità.