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Pubblicata il 23/06/2005
(Sono felice della mia infelicità.
Guai se non lo fossi! )


Se ogni giorno
non si concludesse,
con l’insoddisfazione per le cose umane
come potrei il dì seguente
aver di vita il desiderio?

In una storia che percorri,
in cui sei segno,
se vuoi,di ammirabile destino,
ricominciar da capo,
riprendere il cammino,
scoprire che nessuno
più di te sia clandestino.

E puoi,se ti compiaci
di docilità all’essere supremo,
pascer su pascoli di terre mai pensate:
scoprir, con lo stupore estremo
e in armonia con creature amate ,
giorni sereni,leggero peso alle fatiche.

La morte ed il dolore
dimentichi, anzi sopporti
con quella audacia
di chi sa di aver vittoria,
nel preferirsi vinto più che la gloria
del tempo presto in contumacia.

Del devi il giogo allora scopri spezzato,
immerso in una libertà che riconduce
poter, voler a quella sola luce
che è nell’essere da cui sei stato amato.
Faro che la tenebra illumina
in cui si era gettato il tuo Dionisio bambino

Non ti importa poi dove ti conduce,
è “ il come ti rapporti “
in ogni uomo,in ogni evento in vita
se vedi e sai presente
l’Essere
non l’ente
il tuo vivere felice!

Con gli altri allora sai di ritracciare
del nostro tempo gli interrotti sentieri ;
ricostruir fiducia,prudenza nel pensare,
riscoprir l’intendersi dietro il parlare;
creare l’armonia, il perdonare…….

Mia quotidiana Infelicità
ecco il tuo pungolo!
Non è mortale anzi è vitale!
Sii tu beata a viver dentro me,
non voglio altra beatitudine che il tuo tormento.

E a chi pieno fosse di un sapere
o della sola ragione o dell’avere,
o gongolante di un supremo potere
si illude ancor nel declamare :
< io lo posso rimpiazzare !>>
dico con certezza non mi parlate di felicità,
quella sì è morta.

Risorgere ed amare
è l’unica Felicità
di chi ben vive,ogni giorno.

E a chi vive d’intorno
maggiore eredità
custodire e lasciare
sperar non posso
per ogni giorno,
per ogni sera,
ad ogni era.
Pierguido 2005
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