Sibillini i tuoi passi privasti al tuo destino di celibi notti.
Stetti al riparo da avversi lumi, temendo che nelle ritempranti soste che il percorso ha concesso non ci fosse più posto per le mie ansie, per le mie paure, per le mie speranze riposte come nel castello dei segreti del cuore.
Ai figli di questo tempo che non parlano la lingua dell'amore è rivolto il suo messaggio: a coloro i quali non vivono la vita esaltando gli attimi, anche brevi, istanti in cui nessuno comprende fino in fondo la realtà che vive ma "spende" ogni azione in percezione di eventi che sviliscono le tenui speranze, che rafforzano le verità;
Confondono tutti i segni che individuano i sogni, smarriscono il sentiero che conduce al solo sogno...
Posi di fronte a me la realtà, tortuosa via della vita, non compresi subito quale fosse, con ogni mezzo che è nella mente dell'uomo trassi superba lezion, sconfissi l'uman vizio diressi li' passi verso pascoli che la divin parola ha indicato.
Ai padri che dal tempo non odono suoni, bagli di innocente fulgore è rivolto lo sguardo materno della luna: ad essi che nella tetra ragion ebbero de l'inondata luce della fede, virgulti sperando ebbero a veder.
Mentre soffuse luci conoscono il perimento eterno, quello stesso raggio che inondava l'orizzonte ora porge lumi alla redenta sapienza de l'umile servo del gioioso verso, e mai d'ausilio porse accarezzato bacio della natura del supremo tempo di uman pentimento.
Al volger de peregrin cammino come a voler proseguir pe' ritta via, tremante man posarsi vidi a indicar qual destin doveva veder e per qual misterioso fato avea assegnatomi presi a seguir... senza che le verità leniscano il doloroso golgota su cui sospese rimangono le speranze dell'uomo.