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Pubblicata il 16/06/2005
Giardini dal profumo di peccato,
andavamo mano e mano
Tu il mio padrone ed io
ti osservavo deluso ma
col sorriso di chi ha solo
quell'ombra.
Distesi sul prato corto corto
continuavo a guardarti
sorridendo alla sorte.
Il terrore bronzeo nei miei occhi
quando guardavo il cielo ceruleo,
ma non riuscivo a chiuderli.
Con l'unica mano tenace
stringevo l'erba rimasta,
la strappavo e te la donavo.
Ed il sole ci facava sudore.
Insieme anche oggi
ora è la tua mano che si aggrappa alla mia
più forte del male, più sicura della morte
come il bambino al seno,
come le lacrime infette
dai miei dolori precoci.
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