Parlare a vanvera.
Come smontarsi a vanvera.
In questo quaderno pasticciato
Senza spazi bianchi dove poter scrivere.
Sgangheriamo dai
Dove vai tu?
All’improvviso
Il sole brucio.
Avra” pure un senso
O no?
Si, un senso troverò.
Intanto lascio andare la mia mano
Così ,
distante dal cuore, dalla ragione.
Ti lascio ,vai
Lontano, corri veloce…
Arrampicati, saltella ,martella
E poi rotola, libera nel prato,
il prato d’un filo d’erba.
Statico e rigido
Come la matematica
Che opinioni non ha.
E va , va pensiero
Pensiero dalle ali dorate,
va nel cielo a pensare nel blu.
Pensieri e mani si fondono istintivamente.
E indifferentemente scrivono senza sentimenti
Apparentemente insensati disegni,
Ora parlo ,non scrivo ,lo sai!
Che importanza può avere
Credere d’ essere o pensare di non essere.
Essendo io insensata non posso che scrivere
Il mio istinto sgangherato.
È più grande la coscienza o l’incoscienza nell’uomo.
Consapevolezza maledetta io ti detesto.
Inconsapevolezza mi fai dannare, bastarda.
E allora butto giù, butto giù
Ciò che l’istinto mi suggerisce
Voglio vuotare il sacco,
non faccio scacco matto ma vuoto il pieno cerebrale.
Può sembrare banale questo puzzle .
Sono un viaggiatore statico
L’insensato è il mio mestiere
Lo è sempre stato fin da bambino.
Ma sono
Un uomo o una donna!
Ma sono
Buona o cattivo
Mah, sono
Ibrida mente
Ibridamene aria
O carta straccia
Stop
Segue……………..
Carta straccia, dicevo
È ciò che sento e forse sono.