PoeticHouse - Il Portale dei Poeti e della Poesia
Pubblicata il 04/06/2005
Si schiantavano sotto di me
urlando il loro trapasso
miriadi di bianche molecole
offerte eternamente alla roccia.
Accogliendo il vento tra le mani
sembravo aggrappato al cielo
pronto a lasciar la scogliera
attratto dall’aitante mare.
Seppur la tentazione sfiorasse
un intelletto turbato come se
d’oppio fosse il suo respiro
ero lì per appagare la solitudine.
Per ricercare negli elementi
la risposta alle mie domande
per non dimenticare chi amava
l’eco di colpevoli carezze.

  • Attualmente 2.5/5 meriti.
2,5/5 meriti (2 voti)

Al bravo Cesare,*Con Echi d'onde lontane*un accoglimento tra il vento tra le mani ,pronto a lasciare la scogliera attratto dall'aitante mare.
Il viaggio, rappresenta sempre qualcosa di nuovo,di cambiamento..di rotta!...anche se risuonano echi d'onde lontane.
Un abbraccio sincero da Dory

il 04/06/2005 alle 20:05

Spesso risuonano solo nelle mia mente.
Un abbraccio
Cesare

il 05/06/2005 alle 15:53

La lirica è molto bella, caro Cesare. Profonda... come il mare.
La solitudine porta ad avvicinarsi agli elementi naturali da quali poter attingere, inconsapevolmente, quella forza e quella "energeia" che ci consente di vivere.
Bella la chiusa con un ricordo vago di un amore lontano... alla Tenco.
Un abbraccio
Er

il 05/06/2005 alle 22:10

Grazie caro Lamberto. E' la natura che canta per noi che cerchiamo di trasformare in versi.
Un ciao e un abbraccio
Cesare

il 06/06/2005 alle 17:51

Quanto mi fa picere il tuo commento caro Ernesto! Hai anche capito molto bene la chiusa che racchiude un ricordo doloroso, ma non ne avevo dubbi.
Un ciao e un abbraccio
Cesare

il 06/06/2005 alle 17:55