Ode a Federico Garcia Lorca

Chi sente nell’anima un solco d’amore
Di garofani andalusi e di chitarre piangenti
E di frecce trafiggenti l’eterno petto
Non può non sentire Federico.

Chi vive col senso della musica innata
E con la malinconia di un umile mattino
Non può non vestirsi del profondo di Federico.

Chi vede ancora oggi fucili spianati a rendere anonimo
Il nome di colui che fu verità non può non ricercare
Che la vendetta, quella più sacra, quella della parola.


Ode al poeta cileno

O vagabondo per le strade del mondo
Chi hai cantato? Per chi cantasti?
A chi desti il nome poesia?
Per sempre degli umili portasti
Ragione e diedi in parola offesa
Sacrilega ai potenti.
Per sempre cantasti il fiore perpetuo
Dell’umile oppresso e dell’operaio maltrattato.
Per sempre desti il nome poesia all’uomo
Di cui nessuno mai parlò.
E ti facesti tutt’uno col tuo popolo
Antico, ti facesti resistente e umano eroe.
Ai poeti tu mandi a dire Pablo, che la tua storia è testimonianza.


Ode a Prèvert

È un giorno a Parigi tu le vedi e le senti le foglie cadenti.
E’ un giorno la vita ti sembra diversa, più eterna, appassionata
E dolcemente dolorosa.
È un giorno a Parigi scorre una bella di giorno che batte il cuore
In cerca di uomini e ore d’amore.
È un giorno a Parigi ti perdi per capire cosa scrisse Prèvert.
Sicuramente il suo tempo e l’anima, l’amore. Tutto con le parole.




Ode ad Alda Merini

E tu seralmente distesa in un immenso d’amore
Oppure conchiglia di mare lontano
Ti sei messa nel cuore un comandamento naturale d’amare.
È follia la tua, di grazia e di passione.
E dai lirici versi ci mandi un’aurora vicina di vita.
A te o poetessa l’eguaglianza ai grandi del tuo tempo
E un sorriso d’anima, solo d’anima.