PoeticHouse - Il Portale dei Poeti e della Poesia
Pubblicata il 26/03/2002
Voglio uscire ma non esco,
resto.
Che stanchezza, che nottata,
polvere di stalle,
mangimi e declini,
siedo dove non mi trovo,
provo…
Gambe come gamberi,
mente offuscata, ingrata,
sei tu la mia minestra.
Nel bosco incantato
ascolto il tuo sguardo.
Capelli come cappelli,
ombre e obbedienze,
nebbie,
ancora non ti nego.
Punto il mio dito
sul tuo collo di stracci,
abbracci,
mani e giullari,
divini,
fingo tutto, non so fingere,
altro non sono
che un mago in picchiata,
a pochi secondi,
pochi infiniti da te.
Gioco il mio poker d’anni,
scacco al re che dorme,
molto piano,
piano…
Tu, regina confusa,
madre di maggio,
ascolta questo saggio,
avvelenami, su,
avvelenami,
ma fai in fretta,
perché sono già morto.
In fondo rimango sempre
su questa terra,
qualche metro più vicino
al mio dolore.
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