Le piante
sembrano disordinare foglie
e dai loro quaderni
spunta
un vociare
sulla sera
nel cortile
di passerotti, merli,
qualche pettirosso,
tortore, cornacchie....
forse un usignolo.
Guardo
divaricando la finestra
partorendo gioia
(quando i sogni sono per la morte
unisco tutto quanto il mio corpo
per sentire la vita).
La mezza luna
sembra aver abusato di luce
e graffia qua e là
matasse di grigia lana
come un gatto.
Sotto
l'armatura di edifici lontani
e confitti scudi.
Un autobus
va incontro alla strada deserta
perdendosi lo sfumato arancione
della lamiera,
tutto sembra inconsueto
anche la siepe affamata
di fili di ferro
per reggersi un altr'anno ancora
dall'indiscrezione dei passanti.
Si vede, come stanno
le famiglie, come formiche
in un punto-linea di luci
a telegrafare gli anni
sempre uguali.