Generico altrove
Riflessi di assenti segnali
liberi danzano nel lucido asfalto.
Sbalzi di luce e d’alberi invecchiati
mi corrono incontro,
in assiepati cespugli vuoti.
Pochi pipistrelli mangiano insetti estinti.
Ambra il colore , resina il ricordo di te,
ora che un pipistrello mi ha digerito.
Veloce vado altrove,
un generico altrove
purché lontano da qui,
purché lontano da te.
Rem il sonno in un’ anonima
stanza sconosciuta;
un altro sole domani
se c’è, darà luce e chissà,
forse un po’ di calore per me.