D'effetto l'ultima frase... che da' da pensare!
Traslato e' vero cio' che dici, ma nel contesto che proponi penso invece che essere cio' che si e' abbia il peso dell'infinito nel momento in cui sorgono problemi di relazione con individui esterni!
E' ormai universalmente accettato e compreso che la personalita' di ognuno abbia molte sfaccettature diverse e che coloro che hanno a che fare con noi riescano a conoscere di fatto una sola parte di noi, molto spesso quella che noi meno vogliamo salti agli occhi! Tutto cio' aggiunto alla considerazione che la comunicazione sia basata su artifizi limitati e su quella che l'uomo non possa vivere solo, neanche volendo... beh, ti da' l'idea di come la tua conclusione sia del tutto dettata dall'impeto delle tue emozioni mentre queste trasmettono le proprie idee alla ragione! E' una poesia personale in cui tutti prima o poi ci si sono rispecchiati, che condivido... e che propone indifferentemente dalla tua cosapevolezza, un problema serio da affrontare!
L'espressione "essere se' stessi" e' oversfruttata: quanti sanno davvero cosa vuol dire?
Un salutone.
non ho seguito i precedenti, ma le domande che ti poni,come giustamente dice Megrez,sono ricorrenti , e le hai poste in bella manira..Hola, portatrice di luce!
beso dalla Luna